Galateo a tavola: come utilizzare al meglio la stoviglieria ad un pasto bon ton?
Può capitare ogni tanto di concedersi una cena in quel ristorante lussuoso in cui da tempo si voleva andare, di partecipare a un evento in cui sulla tavola troviamo un gran numero di posate, o più semplicemente di voler organizzare una cena bon ton a casa nostra.
Ecco una breve guida per rispettare il galateo a tavola e non fare brutte figure, a cura di Emanuela Caglio, founder e wedding planner di White Tulipa ed esperta di buone maniere.
Piatti e posate
Di fronte al commensale troviamo i piatti da portata i quali vanno utilizzati in ordine di grandezza.
Non viene difficile immaginare che il primo piattino posto sopra tutti sia quello dedicato agli antipasti. Essendo il più piccino possiamo facilmente ricordarci che le posate da utilizzare durante questo momento del pasto siano anch’esse le più piccine, nonché le più esterne. Con l’andare delle portate, le posate da utilizzare si faranno sempre più grandi, avvicinandosi gradualmente al piatto.
Ricordiamo che i coltelli vanno sempre posizionati a destra, con la lama verso l’interno. I cucchiai da dolce e caffè vanno posti orizzontalmente al profilo della tavola, a ore dodici, se immaginiamo il piatto come se fosse un orologio.
Per quanto riguarda i bicchieri anche qui è bene non sbagliare
Tra le regole di galateo a tavola, non possiamo non parlare di bicchieri.
Partiamo dal più semplice, il tumbler, classico bicchiere senza stelo a bocca larga utilizzato per l’acqua. Per non fare errori proviamo a ricordare che tra quelli dotati di stelo, i più alti e “cicciotti” sono quelli dedicati ai vini rossi, mentre quelli esili sono dedicati ai vini bianchi. Più il bicchiere si assottiglia, meno il tipo di vino che ospita è d’accompagnamento al pasto principale.
I classici flûte infatti, sono per le bollicine. Inizialmente pensati per affiancare la classica coppa, si sono via via tramutati in bicchieri da spumante, lasciando a lei l’onore di accogliere champagne e bollicine dolci. La scelta asseconda infatti le caratteristiche dei vini che il bicchiere deve ospitare. La coppa larga agevola l’arrivo delle bollicine in superficie ed è preferibile per vini più dolci e a bassa concentrazione di spuma.
Ora che sappiamo come si distinguono i bicchieri cerchiamo di non fare l’errore d’impugnarli dalla pancia. Lo stelo, infatti è pensato per afferrare il bicchiere senza entrare in contato con quest’ultima, evitando ditate, macchie sul vetro, ma soprattutto il surriscaldamento del vino stesso il quale potrebbe alterarne il sapore. L’impugnatura corretta è a due dita. Come? Pollice e indice afferrano lo stelo lasciando le altre in direzione della base. Più lontani stiamo dalla coppa meglio è.
E le posate “strane”? A cosa servono?
Dopo piatti e bicchieri è tempo di giungere al punto spinoso della questione: le posate “strane”.
Se abbiamo visto almeno una volta Pretty Woman ci ricordiamo della scena in cui Julia Roberts cerca di mangiare le lumache. Ebbene, se anche voi doveste trovarvi nella stessa situazione ricordate che la pinza che vi viene fornita serve per impugnare il guscio senza dover usare le mani, mentre la forchettina a due rebbi va usata per scavare all’interno ed estrarre la lumaca.
Possiamo trovare anche i coltelli spalmaburro, facilmente riconoscibili in quanto non forniti di lama e simili a una spatolina. Sono da utilizzare per spalmare burro sul pane o marmellate e confetture sui formaggi. Può essere simile visivamente al coltello da pesce ma quest’ultimo solitamente ha l’apice a punta e si accompagna a una forchetta che può avere tre rebbi (come quella per le ostriche, le quali non vanno assolutamente aspirate dal guscio) o quattro rebbi con lo spazio centrale più profondo. Se la cena è dunque a base di pesce è facile che veniamo forniti anche di una forchetta per crostacei e la relativa pinza per spaccare i gusci. La prima avrà una forma molto lunga con due rebbi finali estremamente corti, usata per rimuovere la polpa dal carapace.
La convivialità è il punto focale del pasto
Ora che conosciamo tutto il galateo a tavola e, soprattutto, come utilizzare tutta la posateria possiamo dimenticarci di augurare buon appetito prima di mangiare. Ebbene sì, la convivialità, infatti, è il punto focale del pasto. Pronunciare queste parole tende a decretare l’inizio dell’abbuffata mettendo in secondo piano la chiacchiera e il simposio, da godersi sempre masticando a bocca chiusa.
___
Leggi anche “Il ricevimento di matrimonio secondo il Galateo”
___
A cura di Emanuela Caglio